Sii regolare ed ordinato nella tua vita, cosi chè tu possa essere violento ed originale nel tuo lavoro. G.Flaubert

Ciò che tu guadagni che non serve alla vita tua è in man d'altri senza tuo grado. L. Da Vinci


martedì 14 gennaio 2014

VIAGGIO ONIRICO IN BICICLETTA SULLE STRADE DELLA COSTA AZZURRA

TRATTO DA "COTE D'AZUR", RACCONTO INEDITO

...Percorrevo il lungomare, le strade segnate dal recente Gran Premio, con il rapporto agile, andatura turistica, ammirando le bellezze locali, respirando l’atmosfera della vita comune che scorre in uno dei luoghi meno comuni del globo; Montecarlo Bay i tornanti della Stazione Vecchia, Casinò, giù verso il Porto fino alla Rascasse, poi Fontvieille in direzione Nizza. Il percorso, un saliscendi abbastanza impegnativo, nel quale però non davo fondo alle energie, riservandomi il fiato per respirare i profumi e il sangue al cervello per riempirlo di immagini per montare i film nel mio kinematographe onirico. Attraverso schiere di villette sonnacchiose al sole post meridiano e tratti solitari, mi rendevo conto di perdere lentamente il senso del tempo, rapito dai miei pensieri a fare da sceneggiatura estemporanea agli scorci tirrenici mutanti ad ogni curva. Il ronzio della catena unico compagno di viaggio, non un alito di vento sulla Basse Corniche. Eze, poi giù verso Saint Jean Cap Ferrat, risalire a Villefranche e poi ridiscendere verso il porto vecchio di Nizza.



Il traffico stranamente leggero lungo la Promenade des Anglais, infinita, sezionata centralmente dal filare delle palme. Qui il decaduto Carnival. Qui gli hotel dai nomi leggendari, qui migliaia di persone stese al sole sulla spiaggia lambita da un mare dal colore e dalla limpidezza incredibile perché sovrastato dalla quinta città della Francia. Lo stesso sole era tecnicamente neutralizzato dagli occhiali scuri e dal tessuto bianco della mia maglietta a maniche lunghe. Senza soluzione di continuità Cagnes e Villeneuve Loubet, in lontananza la rocca del Fort Carre’ a dominare il porto di Antibes.

Nel percorrere le stradine del Cap d’Antibes pensavo a quei luoghi nella Belle Epoque, quella raffigurata sui manifesti riprodotti ora nelle cartoline in vendita in tutti i negozi di ninnoli per turisti: "le soleil toute l’anne" declama una fanciulla in costume intero e pezzuola rossa a coprire l’acconciatura anni venti aprendo le braccia verso l’orizzonte infuocato. Nonostante la cementificazione incontrollata, nel mio cuore la Cote è sempre quella, teneramente, stupidamente. E’ l’aria di quei luoghi di mare, campagna e città, senza soluzione di continuità: palazzi, villini, campi, zone residenziali, paesi medievali, grattacieli, vigne; natura e architettura moderna, quello che in Italia sarebbe stato uno scempio, lì mi appare bello…anche le futuristiche vele della Baie des Anges.

Attraverso Juan les Pins dando un “saluto” alle impronte delle mani incastrate nell’asfalto dei più grandi jazzisti che hanno suonato nella pinetina nel corso degli anni.

Avrei voluto proseguire fino alla Croisette di Cannes ma la strada del lungomare è chiusa e la segnaletica mi spinse verso l’interno. Decisi di tornare indietro seguendo le strade secondarie, come mia vecchia abitudine di ciclista più turista che agonista, un gioco che facevo anche da ragazzino quando non avevo più voglia di giocare a fare il cronoman sul lungomare del Cinquale e mi perdevo nelle viuzze a guardare i giardini delle ville e vecchi alberghi abbandonati. Proseguii così fino al cartello Nice e lì cominciarono i miei problemi…

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