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Ciò che tu guadagni che non serve alla vita tua è in man d'altri senza tuo grado. L. Da Vinci


lunedì 22 ottobre 2012

LANCE ARMSTRONG E L'IPOCRISIA MEDIATICA.


Oggi i vertici del ciclismo hanno decretato che Lance Armstrong non è mai esistito.
"Estate 2012. Lance Armstrong partecipa a una gara amatoriale di triathlon. Non sa ancora cosa lo aspetta. Il 24 agosto l’Usada, l’agenzia anti-doping americana, lo squalifica a vita e gli toglie tutti i successi ottenuti dal 1998 in poi, compresi i sette Tour de France. Schiaccianti le accuse: uso di sostanze dopanti. Fra gli accusatori molti sono suoi ex compagni di squadra."




Per chi ha seguito le imprese del texano, l'uomo in giallo, sarà facile ricordare quanto venisse osannato e portato come esempio di forza di volontà per la sua "vera" grande impresa: guarire da una neoplasia ai testicoli, rimontare in sella e vincere.
Gli stessi ricorderanno che, per le conseguenze legate alla malattia, Lance "poteva", in via legale, far uso di ormoni androgeni (testosterone e derivati).

Ora, il texano che a forza di pedali ha smosso il mondo viene additato come uno dei più grandi truffatori della storia dello sport.
All'epoca non è mai risultato positivo ai controlli e gran parte dei suoi attuali problemi sono dovuti alle testimonianze di George Hincapie e Floyd Landis.

Quello che mi risulta insopportabile è il "cadere dale nuvole" dei media che per anni si sono ingozzati di Livestrong  e retorica,  facendo si che Nike imbottasse miliardi, Discovery Channel idem.
Un mondo di "verginelle" che non rischiano niente a sparare a zero sul capro espiatorio.
Gli stessi compagni di squadra, che se all'epoca tacquero, sono da considerarsi quanto meno "corresponsabili".

Per l' UCI la carriera sportiva di Armstrong non è esistita. 

Però non assegneranno i titoli: FORSE TEMONO CHE ASSEGNARLI AI VARI ALEX ZULLE, JAN ULLRICH, JOSEBA BELOKI , RAIMONDAS RUMSAS, ANDREAS KLODEN O IVAN BASSO, SIA VERAMENTE TROPPO...ANCHE PER LORO. 


Uno dei momenti "storici" della più ostinata maglia gialla della storia.

2 commenti:

  1. John Fahey, il capo della Wafa, non ha dubbi: "C'è stato un periodo in cui la cultura del ciclismo era che tutti si dopavano, su questo non c'è dubbio. I dirigenti devono assumersi le loro responsabilità".

    "Le testimonianze di quelli che furono i compagni di squadra di Amrstrong - prosegue Fahey - uno dopo l'altro dicono tutti la stessa cosa: e cioè che non si poteva essere competitivi senza ricorrere all'uso di sostanze dopanti".

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  2. non c'entra col post ma ho trovato una bici che somiglia incredibilmente alla descrizione da te fatta sul blog di Aldone (quello sulle mtb con il solo contropedale) di quella che ti hanno rubato.

    Link:
    http://www.subito.it/biciclette/bicicletta-americana-freno-contropedale-bologna-50702435.htm

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