Sii regolare ed ordinato nella tua vita, cosi chè tu possa essere violento ed originale nel tuo lavoro. G.Flaubert

Ciò che tu guadagni che non serve alla vita tua è in man d'altri senza tuo grado. L. Da Vinci


domenica 25 novembre 2012

LO STRUMENTO NON E' NEUTRO - LO STRUMENTO CONDIZIONA LE SCELTE DELL'INDIVIDUO E DELLA SOCIETÀ

I miei amici di Fixed Forum diranno "Ecco il cugino di Vendola... lo pseudo intellettuale radical chic". 
Poiché ci raccontano che la rete è libera, espongo qui alcune considerazioni circa il rapporto tra il comportamento degli esseri umani e i mezzi che hanno o meno a disposizione.

L'argomento è stato compiutamente trattato da Umberto Galimberti in "Psiche e Technè" e da Ivan Illich in "Energia ed equità" o "Strumenti per la convivialità". Le osservazioni derivano invece dalla personale esperienza concreta.

Gli oggetti e le possibilità tecniche che sono a disposizione dell' uomo non sono mai neutre rispetto alla sua etica (ethos= comportamento). Essi condizionano l'agire solo per il fatto di esistere.
Un esempio pratico per comprendere il problema.

Supponiamo che io svolga un lavoro itinerante e indipendente, con diversi spostamenti durante l'arco della giornata. 
Ho a disposizione 2 mezzi per compiere la stessa funzione, la bicicletta e  il motociclo, che si differenziano per la velocità media di utilizzo.
Ogni giorno posso scegliere quale utilizzare. In base alle diverse necessità, ai tempi, alle distanze, sarei teoricamente libero di optare ogni volta per quello che preferisco o che ritengo più idoneo. 
In realtà le diverse potenzialità dei due oggetti e soprattutto il poter "scegliere", condiziona fortemente le stesse scelte logistiche.
Supponendo che si presenti la necessità di fissare in un dato luogo un appuntamento di lavoro in un solo orario disponibile e che questo orario sia così ravvicinato ad un precedente impegno lavorativo (entrambi sono quindi vincolati al fattore economico e di necessità) in un altro luogo abbastanza lontano dal primo; avere la possibilità di poter coprire più velocemente la distanza tra i due luoghi grazie al motociclo, psicologicamente costringe a non rimandare il primo appuntamento a giorno meno impegnato. Ho 2 mezzi ma sono quasi costretto a usare il più veloce.
Se avessi solo la bicicletta, sarei costretto a dilazionare gli impegni durante il giorno, diminuendo la mia "produttività" oraria a causa degli spostamenti più lenti.
Volendo aumentare la produttività, per vincere la concorrenza ad esempio, dovrei aumentare la mia velocità media di spostamento, portandola al limite massimo dettato dalla combinazione di fattori come: tipologia di percorso, limiti di velocità, traffico in relazione agli orari.
Nella scelta entra anche la variabile dei costi di gestione, complicando ulteriormente la questione.
Se l'equazione fornisce una velocità media a parità di costo, maggiore di quella sostenibile con la bicicletta, a parità di capacità di trasporto (altra variabile non trascurabile), il motociclo diviene più conveniente. A questo punto lo scegliere la bicicletta diviene una scelta "irrazionale" almeno dal punto di vista utilitaristico.
La naturale tendenza all'inerzia dell'essere umano porta ad optare per la scelta più agevole e quindi optare per la soluzione bicicletta necessita, qualora la convenienza totale sia a favore del motociclo, di una "forzatura della volontà" che deve essere motivata fortemente da fattori  psicologici, filosofici, politici, spirituali, relazionali. (Voglio usare la bicicletta a prescindere perché..... )

Da questo esempio banale si può intuire come un oggetto contenga in "potenza" anche gli atti e le decisioni di colui che lo utilizzerà...

Spostiamo il ragionamento su tutto ciò che viene costruito per offendere o ne abbia la possibilità (armi, automobili)...



lunedì 5 novembre 2012

CONVINCERE UN AMICO AD ANDARE IN BICICLETTA

AVER LETTO IL COMMENTO DI "ANONIMO" CHE SI E' APPASSIONATO ALLA BICICLETTA LEGGENDO LE MIE SCIOCCHEZZE SU QUESTO BLOG, MI HA DATO FELICITA'.
PER UNA VOLTA, (IN REALTA' NON E' LA PRIMA PERSONA CHE INIZIA AD AMARE LA BICICLETTA PER CAUSA MIA), HO AVUTO LA PERCEZIONE CHE IL TEMPO CHE PERDO NEL CURARE IL BLOG NON E' SOLAMENTE AUTO REFERENZIALE (OVVERO NON ME LE PENSO E ME LE DICO DA SOLO).
ANONIMO, CHE RINGRAZIO, VORREBBE REGALARE DEI LIBRI SULLA BICICLETTA PER ISPIRARE I SUOI AMICI A LASCIARE UN PO' I MEZZI A MOTORE E A INIZIARE A GUSTARE IL PIACERE DI PEDALARE.
SE PROPRIO DEVO ESSERE SINCERO, SECONDO ME I LIBRI NON SONO IL MEZZO PERSUASIVO MIGLIORE, NONOSTANTE SIA UN BIBLIOFILO ACCANITO.
QUELLO CHE PER ESPERIENZA VALE DI PIU' E' : L'ESEMPIO.
TUTTI QUELLI CHE HO COINVOLTO ALL'USO DELLA BICI, A PARTIRE DA MIA MOGLIE, HANNO "SUBITO" PER ANNI IL MIO CICLISMO OSTINATO.

OVVERO

-VADO A LAVORARE. COME? IN BICICLETTA. PIOVE? MI METTO LA CERATA.
-DOV' E' C.? IN BICICLETTA? ANCORA? TUTTI I GIORNI.
-DOV'E' C.? A FARE UNA GARA. DI COSA? DI BICICLETTA.
-DOV'E' C.? IN BICI. MA C'E' LA NEVE! LUI E' CONTENTISSIMO E VA A FARSI I SUOI GIRI IN COLLINA.
-COSA HAI FATTO QUESTI GIORNI? SONO ANDATO IN BICICLETTA. DOVE? A SIENA. A SIENA...? (CIRCA 150 KM DA CASA)
-PASSO DA TE A FARE IL RESOCONTO PER LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI. PASSO ALLE 19:30, VENGO IN BICI. MA E' BUIO! HO LE LUCI.
-BELLA LA TUA BICI! GRAZIE, PENSARE CHE L'HO TROVATA NEL BIDONE DELLA SPAZZATURA!
COME VIENI STASERA A CENA DA PINCO PALLINO, IN AUTO? NO, L'HO VENDUTA, VENGO IN BICI...
E COSI' VIA, DA ANNI E COSI', UNO ALLA VOLTA MOLTI DEI MIEI AMICI, MIA MOGLIE E DEI CONOSCENTI, SI SONO AVVICINATI E POI APPASSIONATI AL VELOCIPEDE.
OGNI VOLTA E' LA STESSA EMOZIONE, VEDERE PERSONE CHE CONOSCEVI COME SEDENTARIE, ALZARSI SUI PEDALI E AFFRONTARE UNA PASSEGGIATA O UNA SALITA!!!

PARLANDO INVECE DI LIBRI, NELLA MIA FORMAZIONE CICLISTICA, ANARCHICA E SPORTIVA HANNO AVUTO UN RUOLO FONDAMENTALE:

-"COPPI" DI ORIO VERGANI UN CUI MI SONO APPASSIONATO AL CICLISMO EROICO.
-"IL MIO DOPING" DI ERWANN MENTHEOUR IN CUI SI SVELA IL GRANDE CIRCO DEL PROFESSIONISMO DEGLI ANNI 80-90, LE SUE MANIE E SOPRATUTTO LE CONSEGUENZE DELL'USO DI STUPEFACENTI.

-"ENERGIA ED EQUITA' " TITOLO ITALIANO "ELOGIO DELLA BICICLETTA" DI IVAN ILLICH CHE PARLA DELLE CONSEGUENZE SOCIALI DELL'USO DI MASSA DEL VELOCIPEDE E DEI MEZZI MOTORIZZATI.


-RECENTEMENTE INVECE HO APPREZZATO MOLTO, IN TRADUZIONE INGLESE DALL'OLANDESE: "THE RIDER" DI TIM KRABBE' (SCENEGGIATORE DEL FILM "THE VANISHING") CHE IN ITALIANO E' USCITO CON IL NOME DI "LA CORSA".
ESISTONO TANTI ALTRI LIBRI SULL'ARGOMENTO, DALLO SPORT ALLA FILOSOFIA: LA CASA EDITRICE EDICICLO E' SPECIALIZZATA IN QUESTO SETTORE.

INOLTRE, LE RISORSE SULLA RETE NON MANCANO: PER ME HA AVUTO UN IMPATTO NOTEVOLE LA LETTURA DEGLI SCRITTI DI PAOLO BELLINO ALIS ROTAFIXA (PER LA PARTE POLITICO FILOSOFICA O IL BLOG DI ALDONE (PER LA PARTE PIU' PRATICA).

RIPETO, SE SI VUOLE FARE "PROSELITI", L'IMPORTANTE E' TRASMETTERE IL PROPRIO AMORE VERSO L'OGGETTO, SENZA IMPORRE LA PROPRIA POSIZIONE. SE IL TERRENO E' RECETTIVO, LA PERSONA SI CONVINCERA' DA SOLA. OCCORRE PAZIENZA, PERCHE' LE RIVOLUZIONI SONO NELL'INDIVIDUO, NON NELLA MASSA.

giovedì 1 novembre 2012

UNA ANALISI DETTAGLIATA DEL PROBLEMA DELLE INFRASTRUTTURE DA PARTE DI UNA PERSONA MOLTO SEGUITA SUL WEB: ROBERTO ALBANESI.


RIPORTO INTEGRALMENTE UN ARTICOLO DI ROBERTO ALBANESI, IL TEORIZZATORE DEL WELL-BEING.

Lo scempio del territorio non avviene solo con un'edilizia non sostenibile, ma anche con la costruzione di nuove strade.
Una politica veramente preistorica tende a supportare la crescita economica con la realizzazione di infrastrutture e in questa concezione le strade la fanno da padrone. L'articolo vuole fare chiarezza sull'inutilità di nuove strade sul territorio italiano, rispondendo alle principali motivazioni a favore.

Le strade servono per diminuire il traffico
Obiezione che appare molto logica, in realtà rivela un'arretratezza culturale immensa. Il traffico si riduce drasticamente facendo capire alla gente che "il più delle volte non è necessario spostarsi". La modernità non significa passare 15' in meno in auto, ma fare a meno dell'auto: telelavoro, teleconferenze, scambio di dati a distanza ecc. In un Paese dove l'ADSL per tutti è ancora un sogno si continua a costruire per spostarsi fisicamente su quattro ruote.
Pensiamo a come si ridurrebbe il traffico se molti contatti personali (per esempio, un informatore medico che visita i suoi clienti) avvenissero comodamente davanti al computer.
Dovremmo incominciare a capire e a utilizzare il concetto di prodotti a km zero (o quasi): che senso ha che miliardi di litri di acqua si spostino su gomma solo perché la gente non sa che ormai le acque di molti acquedotti sono decisamente equivalenti all'acqua minerale? In ogni caso, si migliora la qualità delle acque locali, non si costruiscono nuove strade per favorire il settore delle acque minerali, settore che fra l'altro crea il problema dello smaltimento delle bottiglie.
Di esempi come questo ce ne sono decine, quindi, se un politico vi dice che sosterrà la costruzione di una nuova strada, anche se l'ambiente non vi interessa per nulla, state pur certi che quel politico non è un politico moderno, vive ancora come 20-30 anni fa quando la tecnologia non permetteva contatti virtuali.
Con una razionalizzazione dei commerci e con i contatti virtuali, il traffico può essere ridotto almeno del 30% e non c'è nessun bisogno di nuove strade.

Le strade servono per lo sviluppo economico di realtà che altrimenti sarebbero emarginate
Anche qui siamo nella preistoria. I piccoli amministratori locali che sostengono una simile sciocchezza non sanno che (ved. La democrazia del benessere, parte V; Il decentramento) dati inoppugnabili dimostrano che decentrare e voler a tutti i costi unire i punti del decentramento peggiora le condizioni economiche del Paese. I Paesi più ricchi sono quelli meno decentrati (dove cioè esistono grandi metropoli e tanti piccoli paesini che non sognano uno sviluppo metropolitano).
In altri termini, cercare di voler rendere paesi di campagna simili alle città è una follia perché perdono i loro vantaggi senza arrivare a quelli delle metropoli che vogliono scimmiottare.
costruzione strade
Le strade servono per dare più tempo libero ai pendolari
Ragioniamo: un povero pendolare, che adesso impiega 1h15' per arrivare sul posto di lavoro, con la nuova strada impiegherà un'ora. Bene, resta sempre un buon candidato alla sopravvivenza perché butterà via comunque due ore al giorno della sua esistenza. Se gli si chiede perché non si trova una sistemazione, magari più modesta, più vicina al posto dove lavora, nella maggioranza dei casi ti dirà che "nella metropoli si vive peggio che nel suo paesino" e sarà ingenuamente contento di risparmiare mezz'ora al giorno, un guadagno che alleggerisce il suo coma esistenziale.
Peccato che la nuova strada richiamerà nuove infrastrutture, poli industriali, centri commerciali ecc. e che fra 50 anni il suo paesino sarà diventato invivibile come la metropoli alla quale lui ora è allergico. Ormai vecchio, dirà ai suoi figli che una volta c'era il verde ove ora c'è solo cemento e avrà capito, ma sarà troppo tardi.