Sii regolare ed ordinato nella tua vita, cosi chè tu possa essere violento ed originale nel tuo lavoro. G.Flaubert

Ciò che tu guadagni che non serve alla vita tua è in man d'altri senza tuo grado. L. Da Vinci


mercoledì 16 maggio 2012

ADDIO AL CELIBATO...VIAREGGIO - BIBBONA COAST TO COAST PARTE 2

Un addio al celibato che si rispetti, prevede di bere alcolici.
Lo sposo, da sobrio, può anche convincersi che sta per fare il passo giusto e che calzerà per sempre la scarpa per il suo piede. In questo caso il piede dello sposa calza un 45-46 che non sono sicuro corrisponda alla sposa. Bischerate a parte, se la convinzione rimane anche sotto l'effetto dell'alcol, allora probabilmente "codesto matrimonio s'ha da fare!".

Dopo una preliminare colazione analcolica, visto che qualche elemento della banda non l'aveva ancora fatta, (alle ore 12:30!) presso lo storico bar ritrovo dei ciclisti pisani "il Gatto Rosso" di Madonna dell'Acqua, l' armata Brancaleone si dirige a piè sospinto in direzione Marina di Pisa.
Sebbene ancora qualcuno non abbia trovato un assetto decente sul velocipede, il gruppo affronta l'ostico Viale d'Annunzio alla discreta media di 32 km/h con un fastidiosissimo vento da sinistra che, appena svoltati verso sud, si trasforma in una poderosa bolina che fa scendere la media a regimi ben più bassi.

Da sinistra in piedi: Giacomo, Massimiliano, Antonio, Arturo, Raffaele, Tommaso, Riccardo e Simone
Seduto: il sottoscritto
Assente ma presente alle libagioni: Massimo di Cecina
Viene scelto l'ultimo bar della Marina, proprio davanti alla tirrenica distesa azzurra che a causa del vento, specorella. Mentre qualcuno attacca le focaccine cotto e mozzarella, qualcun'altro cerca di rimediare agli ultimi assetti con risultati più che soddisfacenti. Alla fine si rompono gli indugi e, alla richiesta al giovane barista pisano di un gotto (leggi bicchiere) di rosso, si incominciano a sentire " ...2", "...3", "anch'io..." fino a che una sfilza di bicchieri copre l'intera lunghezza del bancone. E questo è l'aperitivo.
Giusto il tempo di risalire in sella,  tra un discorso allegro e uno triste, la prima ambita meta di giornata viene raggiunta: IL BAR CIVILI A LIVORNO, l'università del ponce (per i non toscani leggi punch). Qui una sequenza mortale composta da tubo di spritz con Aperol e prosecco, pasta alla cenere, nota per la sua leggerezza e ovviamente digestivo con la specialità della casa, tolgono ogni dubbio sulle finalità alcolico gastronomica del viaggio iniziatico...

lunedì 14 maggio 2012

LA RISPOSTA MINIMAL BIO AL VEGAN RADICAL CHIC

LATTUGA ICEBERG BIOLOGICA CRESCIUTA SUL MIO TERRAZZO DI VIAREGGIO
Ripeto: non vorrà dire niente, il mondo non si salverà grazie a me e di questo sono felice perché mi toglie una grande responsabilità dalle spalle.

Il fine non è il risultato ma il processo e io godo dell'essere partecipe e supervisore dei processi per cercare di essere più indipendente e consapevole di quello che mi circonda.
Così le mie insalate, cresciute a fondi di caffè d'orzo e cacca di cavallo maturata, non hanno niente da invidiare come estetica e colore a quelle del supermercato. Il sapore... quello ve lo lascio immaginare.

martedì 8 maggio 2012

VEGAN? MI IMPORTA UNA SEGAN!


Sono stato al VEGAN FEST a Seravezza.
A primo impatto una manifestazione diversa. Solo a primo impatto.
Intanto si presentava come una delle solite fiere-mercatino nonostante la bella collocazione sul prato antistante il Palazzo Mediceo.
Se una parte degli stand presentava piccole produzioni di vestiario e accessori più o meno inutili ma rigorosamente eco-sostenibili, non mancavano quelli che presentavano prodotti industriali di dubbia utilità, elevato costo monetario ed energetico.
Tra questi spiccava un fantastico essiccatore ad energia elettrica (consumo 110W) per rifiuti umidi. I due vantaggi che deriverebbero dal suo uso sono l'eliminazione degli odori e del volume dei rifiuti...a patto di avere un forno da pattume accanto al lavello che succhia energia per togliere l'acqua ad una cosa che per riavere una qualche utilità ha bisogno proprio di essa.
Quindi per accedere a questo genere di fest, basta pagare e buttare un po' di fumo negli occhi?
Altra categoria di stand erano quelli dei cibi rigorosamente senza prodotti di origine animale. Anche in questo caso basta vendere...e in tutta onestà mi sembra che per essere vegan uno stecco gelato non possa permettersi di costare 3 euro.
Stessa cosa dicasi per gli stand della Loving Hut, la più grande catena di ristorazione vegana: una sorta di multinazionale.
Se l'importante è non mangiare sostanze che hanno a che fare con gli animali...e poi far trasportare queste sostanze da una parte all'altra del mondo con conseguente dispendio di energia e mezzi, allora vedo molta più coerenza ed ecologia  nel contadino che si compra i suoi pulcini, se li cura, li nutre con i suoi scarti dell'orto e del tavolino e poi gli tira il collo per fare festa con la famiglia.
Oltretutto il vegano oltranzista è nemico dell'orticoltura biologica in quanto utilizza concimi animali: a parte il fatto che di solito non si uccidono gli animali per estrarre loro le feci, ad ogni modo è piuttosto improbabile per il coltivatore dell' Alto Adige concimare con le alghe, a meno di farsele trasportare dal mare (che non è sicuramente la laguna di Venezia) fino all'Alta Val Pusteria!
Sea Sheperd: una banda di surfisti figli di papà, con il look da pirata urbano, finanziati da ricchi privati, con un motoscafo che costa come il Pil della Grecia che, cercando di proporre il loro stile di vita avventuroso come modello cercano proseliti e finanziamenti per le loro scorribande a giro per gli oceani a dissuadere la pesca selvaggia ai grandi animali marini, motivazione buona ma realizzata in maniera discutibile.

Camminatori scalzi: bella iniziativa far provare le persone le emozioni del contatto dei piedi nudi con il terreno e le varie forme di materiali naturali, ma proporre la camminata scalza in qualsiasi occasione è abbastanza velleitario. Innanzitutto camminare scalzo è salutare sopratutto se avviene su superfici naturali, anche dure o scabrose ma irregolari. A meno di non abitare nella baita di Heidi, la maggior parte delle persone vive, si sposta e lavora sul cemento, l'asfalto e la mattonella, ovvero superfici completamente piatte, troppo fredde o troppo calde e dure. Quindi il problema non sono solo le scarpe ma fondamentalmente l'ambiente di vita occidentale. Tutte le volte che è possibile, andare a piedi nudi ma la toilette della stazione e la corsa sul lungomare si possono evitare.
Il concertone: un palco degno di uno show di Vasco. Se vuoi bene alla natura e agli animali dei boschi sopra Seravezza, basta staccare la spina, fare silenzio e raccogliersi intorno ai musicisti. Oltretutto, quando non c'erano esibizioni, banale musica rocke pop inondava continuamente l'aria per distruggere il silenzio.
Oggetti etnici: solo roba da radical chic a prezzi esorbitanti. L'etnico non è particolarmente    
ecologico perchè richiede il trasporto dai luoghi di produzione del manufatto o della materia prima. Se fai monili di noci brasiliana hai prodotto più anidride carbonica che se li fai di bosso toscano.
Parco macchine: speravo che il parcheggio fosse pieno di biciclette, invece i marciapiedi erano pieni di furgoncini, di fantastici suv e monovolume con tanto di adesivi di riconoscimento di una qualche appartenenza la mondo vegan o di riviste del settore.
Lati positivi: buone rivendite di libri su temi fondamentali come agricoltura, decrescita, crisi del Pil, anarco-ciclismo, posturologia e medicina naturale.
Gli stand che proponevano i sostituti dei pannolini per bambini e signore nella fase calante della luna.

In conclusione, alla fine della mia permanenza me ne sono andato con molti dubbi piuttosto deluso. Ho visto molto commercio, poche idee, molto settarismo del tipo "noi siamo veramenti bravi e fighi e te sei un cannibale", una mancanza di logica e riflessione sul significato reale di ecologia.
Un mio carissimo amico che ci ha lasciato diceva: "Chi fa non dice e chi dice non fa!"
Mi sento molto più a mio agio alla "Sagra dello Stinco e del tagliarino co' fagioli"

domenica 6 maggio 2012

ADDIO AL CELIBATO...VIAREGGIO - BIBBONA COAST TO COAST

Cene erotiche, lap dance e privè al night hanno fatto il loro tempo.
Ora l'addio al celibato si festeggia sui pedali.
Cosa serve? Innanzitutto un amico pazzo che si occupi di organizzarlo sperando che tutto fili liscio...
L'amico pazzo è il sottoscritto.
"Per l'addio al celibato...si va in bici all'Abetone!" esordì molti mesi fa il futuro sposo.
La strada per arrivare all'Abetone, come si suol dire a Viareggio, non è proprio la via dell'orto e il rischio di incappare in eventi metereologici funesti, oltre che in clamorose cotte, era molto alto.
L'esperienza di allenatore e di amatore ciclista mi ha portato a scegliere un percorso assai meno impegnativo: la litoranea che conduce da Viareggio a Marina di Bibbona, passando per Marina di Pisa, Tirrenia, Livorno, Calafuria, Castiglioncello, Vada, Cecina.
Un percorso adatto anche al principiante assoluto che sia in grado di reggersi in piedi ma panoramico e con degni ristori enogastonomici.
SULLA MARINA DI PISA
A questo punto, concepita l'idea, occorreva mobilitare gli invitati.
Dopo vari giri di email, conferme e rinunce, si giunge al numero finale: 7 partenti da Viareggio, 2 da Lucca, 1 da Cecina più altri 3 che parteciperanno solo alla cena e al dopocena con pernottamento in bungalow sul mare.

Il problema più grosso in realtà è stato mettere tutti in grado di partire con mezzo almeno decente: il sottoscritto ha messo in campo tre bici, tra cui quella da gara, lo sposo due e parenti vari hanno fornito le restanti andando a tirare fuori dalle soffitte anche dei pezzi da museo. Gli armadi sono stati rovesciati per dare ad ognuno un minimo di abbigliamento adatto.
Ovviamente occorreva adattare al meglio i settaggi di sella e manubrio, scarpe e pedali...cosa al limite della crisi di nervi.

Partenza in ritardo di un'ora e cinquanta minuti perché chiaramente su nove persone qualcosa non funziona mai, sotto la minaccia di un temporale di dimensioni epocali, media bassissima per i primi 15 kilometri per permettere ai neofiti (4 che non avevano mai messo il sedere su una bici da corsa) di prendere confidenza con i mezzi e di perfezionare le posizioni. 

...to be continued


martedì 1 maggio 2012

LO ZEN E L'ARTE DI CORRERE IL LUNGO IL LUNEDI' MATTINA

PER CORRERE IL LUNGO CI SONO ALCUNI PRESUPPOSTI DI BASE

PRESUPPOSTO 0: LE PERSONE NORMALI LAVORANO IL LUNEDI MATTINA, QUINDI SCEGLITI UN LAVORO CHE TI PERMETTA DI ESSERE LIBERO IL LUNEDI' MATTINA: PARRUCCHIERE, ESTETISTA, NEGOZIANTE DI ARTICOLI SPORTIVI. ALTRIMENTI NON TI RESTA CHE CORRERE IL LUNGO LA DOMENICA, SE LA MOGLIE TE LO PERMETTE!

1-DEVI AVERE TEMPO: NON SOLO PER CORRERE, MA ANCHE PER RIPRENDERTI DOPO LO SFORZO.
2- NON DEVI AVERE IMPEGNI PRESSANTI: IL LUNGO RICHIEDE DI MANTENERE UN PASSO COSTANTE PER DIVERSE ORE. USCIRE DAI LIMITI FISIOLOGICI PER ARRIVARE PRIMA RISCHIA DI FARTI ARRIVARE CORTO CON LE ENERGIE CON LE IMMAGINABILI CONSEGUENZE.
3-DEVI PROGRAMMARE UNA TRACCIA DI PERCORSO CON ALMENO 2-3 RIFORNIMENTI, OPPURE PORTATI DIETRO UN WATER BAG.
4-DEVI AVERE LA POSSIBILITÀ DI NUTRIRTI ADEGUATAMENTE UNA VOLTA CHE SEI ARRIVATO.
5-DEVI AVERE VOGLIA DI CORRERE IL LUNGO.


OCCORRE UNO STIMOLO PER CORRERE UN LUNGO DA SOLI IL LUNEDI' MATTINA?
ALCUNI ESEMPI: 

-VOLEVI CORRERE LA DOMENICA MA NON HAI POTUTO FARLO
-AVEVI ALTRI PROGETTI MA TI SONO SALTATI TUTTI E HAI MOLTO TEMPO A DISPOSIZIONE
-STAI PREPARANDO UNA GARA A CUI TIENI
-SONO MESI CHE VUOI CORRERE UN LUNGO E NON L'HAI FATTO
-TRA 2 SETTIMANE HAI LA MARATONA E VUOI SENTIRTI SICURO
-VUOI ASCOLTARE UN PO' DI MUSICA IN PACE

IN CONCLUSIONE

31,5 KM IN 2H 51' 28'' , 
PASSO MEDIO 5'27''/KM
ELEVAZIONE: TOTALE 605 M.
FREQUENZA CARDIACA MEDIA: 144 BPM
CONSUMO TEORICHE :2500 KCAL

METEO VARIABILE DAL NUVOLOSO, AL SOLE PIENO AL FINALE CON L'ACQUA SCROSCIANTE.